giovedì 26 dicembre 2013

Buon Natale!!!

Auguri a tutti, belli e brutti!
E cercate di scalare più tempo possibile, nonostante il tempo!

p.s. Per la cronaca mi sono regalato la salita di "Urbanova" (8a) il 24 dicembre. La via la consiglio a tutti perché è bellissima! Lunga impegnativa ma anche divertente!

AndreOne

domenica 8 dicembre 2013

Sango "Banzai"!

"Un paio d'ore rubate alla giornata e al caldo estivo, qui sotto fa quasi freddo. Mi lego con una voce che mi ronza in testa: "Adesso ti rileghi e sali, perchè esiste una bella differenza tra l'arrendersi e l'essere sconfitto e tu ti stai arrendendo!".
Tre ore rubate ad una settimana di fuoco, prima di andare in Friuli a trovare i miei, prima di passare una settimana viaggiando per il nordialia. Mi sto legando, son passati appena 10 minuti dall'ultimo giro di giostra ma non ho tempo di aspettare. Adesso la situazione è diversa, qui fa caldo ma fuori da questa oasi iniziano ad intravedersi i pinguini. Sempre la stessa voce, lo stesso pensiero: "Esiste una bella differenza tra l'arrendersi e l'essere sconfitto".
Salgo, ormai è solo questione di precisione. Tutto il mondo intorno si offusca, i miei occhi filtrano le immagini e mi fanno vedere solo gli appoggi utili e gli appigli. Salgo, in fretta, non ho tempo di far rallentare il cuore, non ho tempo di far riposare le dita. Salgo e arrivo al solito punto, sotto la catena. Mi allungo con la sinistra è guardo giù... Gli appoggi sembrano migliori, la tacca invisibile più vicina...mi alzo, apro la mano e stringo la tacca. E adesso? Incrocio la sinistra, su i piedi e sono in catena.
Ancora non ci credo, il 7 di Dicembre e sembra Aprile. Guardo gli altri merenderos, tutti ridono e anche io rido...ce l'ho fatta! Proprio così!
Ringrazio tutti, ognuno mi ha dato qualcosa di se per chiudere questa via, chi un consiglio, chi un sorriso... Impacchetto tutto ridendo, saluto, corro alla macchina, faccio una passeggiata al volo in Napoleonica e poi via verso nuove avventure.
Nell'arrampicata sei tu che devi stringere i denti, sei tu che devi sfidare la roccia...secondo me non è solo questo...l'arrampicata è tutti gli amici che vedi quando sei in falesia, in palestra, in osmiza. L'arrampicata è saper sorridere, anche se ti si aprono le dita, anche se la vita è caotica, anche se hai delle preoccupazioni. L'arrampicata è combattere...perchè esiste una bella differenza tra l'arrendersi e l'essere sconfitto!
L'arrampicata non è solo merito tuo...ma anche di chi ti sta intorno.
Grazie a tutti...sì, anche a te!
Matteo aka SanGO aka Carioca
ps. Se vi interessa la via è Banzai, in Mani di Fatima...il mio primo 7b.
pps: nel frattempo in Spagna la nostra Cocò (per gli amici Colica) ha chiuso il suo primo 7a! Di più non so."

Ebbravo Sango!!!

News dalla Spagna

Ad Oliana Gabriele Gorobey "Sbisighin", ormai da più di un mese ramingo per la Spagna, si regala la salita di un 8b. L'altro del gruppo, un tipetto tutto pepe che ha appena ripetuto un 9a e lo ha anche sgradato si porta a casa un 8c. Stiamo parlando del furlanissimo Andrea Polo che ha salito "Mind Control" (8c).

Speriamo che quando torneranno ci recconteranno un po' di quello che è accaduto!
AndreOne

sabato 7 dicembre 2013

My Best Summer

Spero che vi piaccia il video della migliore estate arrampicatoria della mia vita!
Il video non è bellissimo ma spero che lo spirito che restituisce sia quello giusto!
Un abbraccio a tutti!


One

lunedì 2 dicembre 2013

Contro tutti i miei principi

Brevissimo post per parlarvi di come si cerchi sempre di essere fedeli ai propri principi e poi, qualcosa cambia, e boom, diventiamo incoerenti.
Vi scrivo questo perché qualche mese fa vi avevo interrogato per sapere cosa ne pensavate dei video di freesolo, dove qualcuno rischia la pellaccia e si fa pure riprendere. In particolare mi riferivo ad un video di Alex Honnold in cui lo si vedeva scivolare e rimanere aggrappato per un pelo.
Bene, mentre mi sono ricreduto su Alex Honnold, visto che da un'intervista risulta che non si faccia mai riprendere durante le sue salite in libera totale, ma ritorna sulla via a farsi riprendere nei punti più spettacolari ma meno pericolosi, ho personalmente fatto tutto quello che criticavo in quell'articolo.
Ho scalato senza corda su un itinerario che non avevo mai provato, sottovalutandone per altro la difficoltà, e mi sono fatto pure riprendere...
Beh devo dire che, per quanto la posso sicuramente annoverare fra le cose più incredibili che ho fatto,  non mi sono granché divertito... Ho avuto un po' di paura, un pelo di stress e non mi sono goduto l'ascesa come mi sarebbe piaciuto...
Posso dire, per ora, che il freesolo non fa per me...

Se vi interessano altre info su questa spericolata impresa restate in contatto che presto vi faremo vedere qualcosa!

AndreONE

venerdì 8 novembre 2013

La consapevolezza

Vorrei tanto rendervi partecipe di un pensiero che è probabilmente molto ingenuo e semplice ma a cui forse non si dà molta importanza.
Chi scala da molto tempo entra in una specie di circolo di inconsapevolezza. Il nostro, in fondo, è uno sport ma l'abitudine dell'uso della corda, della caduta, del quasi annullamento del pericolo, ci allontana dalla consapevolezza di quello che facciamo.
Per chiarire meglio questo concetto vi vorrei fare un semplice esempio. Ricordate quando da bambini vi siete arrampicati su un albero o fatto qualche scalata su di un muretto o un masso?
Personalmente ricordo varie sensazioni da queste esperienze, in particolare la consapevolezza del gesto e la paura di cadere. Il fatto di capire che ogni movimento comporta un rischio e che ogni ostacolo superato è una conquista, spesso ci porta ad apprezzare di più l'esperienza che stiamo provando.
Per quanto mi riguarda ho completamente annichilito questo tipo di esperienze e non mi rendo bene conto delle cose che faccio. Ogni tanto, quando salgo una via, penso che potenzialmente la corda non mi sarebbe servita. Poi pensandoci bene, credo che senza la corda non avrei potuto salirla perché non sono disposto a mettere in gioco così tanto e quando penso ad un gesto non sono poi così convinto di riuscirlo a fare.
Istintivamente è molto più semplice.
L'unica situazione in cui penso veramente a quello che sto facendo, anche perché, nonostante le sicurezze, i pericoli oggettivi ci vietano di cadere, è in montagna. Sulle vie lunghe, nonostante le corde ci diano la possibilità di arrampicare in sicurezza, ci sono troppe variabili e la caduta è un opzione che non ci piace prendere in considerazione.
Spero di essere riuscito a farvi capire cosa intendo.
Ora prima di salire, oltre a controllare la corda, il nodo, l'imbrago e la sicura, mi fermerò un momento per pensare a quello che sto facendo, per poi cercare di farne tesoro senza che però mi allontani dal mio obiettivo.
Spero troviate queste considerazioni, forse un po' banali, almeno un pochino interessanti.
Un saluto
AndreONE

lunedì 4 novembre 2013

Simone e l'arrampicata "sostenibile"

 "Caro Andrea, ti vorrei scrivere a proposito del post scritto dal mio amatissimo Paso, in cui mi sono imbattuto casualmente oggi visitando il tuo blog.
Condivido il fastidio che Paso manifesta rispetto ai climber che non puliscono le vie che provano, incuranti del fatto che in questo modo rovinano a qualcun altro il piacere dell’interpretazione della roccia. Ritengo però che il discorso possa essere un po’ ampliato, in particolare rispetto all’ecosostenibilità dell’arrampicata.
Non c’è dubbio che l’arrampicata non sia uno sport a “impatto zero”: raggiungiamo le falesie in macchina – e difficilmente potrebbe essere altrimenti – e ho sentito anche vociferare sul fatto che la produzione di gomma per le scarpette sia particolarmente inquinante nei paesi lontani in cui è localizzata, non so in che misura sia vero.
Penso però che, se non possiamo azzerare l’impatto ambientale della nostra passione, possiamo senz’altro diminuirlo consistentemente. Non di rado ci troviamo in quattro in qualche parcheggio della falesia e abbiamo quattro macchine. Molto spesso, organizzandoci un po’ meglio saremmo potuti venire con due macchine, o anche con una macchina sola, tanto per fare un esempio. O potremmo, nei nostri consumi alpinistici, cercare di premiare quelle ditte che si premurano di ridurre l’impatto del processo di produzione.
Inoltre credo che potremmo considerare l’impatto che arrampicare inevitabilmente comporta come un nostro debito nei confronti della natura. Che potremmo saldare adottando, come molti di noi già fanno, comportamenti più ecosostenibili nella nostra vita quotidiana, al di là dell’arrampicata, prestando un’attenzione maggiore alla provenienza di quello che consumiamo, rifiutando sacchetti di plastica e imballaggi inutili, utilizzando di più le nostre gambe e i mezzi pubblici per spostarci. Ma c’è una ragione per cui credo che – in particolare noi climber – faremmo bene a farlo.
E questa ragione è che noi conosciamo l’indescrivibile bellezza della natura, l’eleganza finissima delle linee sulla roccia, la meraviglia dell’avvicendarsi dei colori e dei profumi nel corso delle stagioni, cui siamo particolarmente esposti passando quanto più possiamo del nostro tempo all’aperto, in falesia. Per me arrampicare significa vivere davvero, proprio perché significa partecipare in modo pieno a questa bellezza della vita.
Proprio perché credo che quasi tutti noi abbiamo coscienza di questa bellezza, credo che sia in primo luogo a noi che spetti di tutelarla. E – se siamo tutti d’accordo che sia compito nostro salvaguardare per gli altri il piacere di fare le vie a vista – non dovremmo tanto di più sentirci in dovere di conservare per quelli che verranno il piacere tanto più grande della bellezza della natura, della bellezza della vita?
Un abbraccio a tutti!
Simone"

Mi sono sentito in dovere di pubblicare questa lettera di Simone perché, oltre a condividerne il contenuto, mi imbatto sempre più spesso in esempi di inciviltà nel mondo dell'arrampicata. Inciviltà che fa persino passare in secondo piano gli argomenti che mi stanno più a cuore e che sono legati al mio modo di vivere l'arrampicata. Dovremmo cercare di essere più civili per il bene di tutti ma soprattutto per il nostro bene! Portiamo via la nostra spazzatura, cerchiamo di essere discreti se dobbiamo andare al bagno, parcheggiamo bene cercando di rispettare gli altri, viaggiamo con meno mezzi possibili... Insomma cerchiamo di pensare agli altri come vorremmo che gli altri pensassero a noi, lasciare i luoghi tanto amati come vorremmo ritrovarli...

Ultimamente tendo a dubitare della buona fede delle persone, eppure sono qui che scrivo queste cose, insieme al Paso, a Simone e a tanti altri che so che la pensano come me...
Cerchiamo di diffondere questi pensieri, e poi non resta che sperare...

AndreONE

venerdì 20 settembre 2013

Jack the Pucco sul Dubbio Finale

Ecco cosa ci Scrive Giulia Lazzini sull'ultima impresa del fratello:

"Ciao One!
Ti scrivo per raccontarti di una bella realizzazione che ha visto come protagonista mio fratello Giacomo detto "the Pucco/Laz/Jack/Lazzino" Lazzini.
Qualche giorno fa, passato il movimento duro della via, è caduto ingloriosamente dall'ultima presa nel tentativo di spittare la catena ("me iero ingallà, iero convinto de averla ormai fatta!" cit.). Oggi siamo riusciti a scavare un paio d'ore libere e, tra il suo esame e la mia lezione, siamo tornati in Baratro per l'ultimo assalto stagionale alla via. Fatto un riscaldo è partito convinto ed è riuscito a portarsi a casa "Dubbio Finale" (7a+), il suo primo 7a+, scalandolo egregiamente!
Bravo Laz, sono molto contenta per te! Se scalassi (e ti impegnassi...) di più, potresti migliorare notevolmente! Ora trovemose sto progettin de realizzar assieme, dei!
Un saluto a tutti i climbers
Laz"
 
A questo punto perché, visto che non ci sono, non riesumate l'idea delle scommesse sul tiro? Tanto più che voi potete scommettere sulla stessa via! Un po' di sana competizione potrebbe fare bene a tutti e due e potrebbe motivarvi per migliorare!
 
Un saluto a tutti!
AndreONE

lunedì 16 settembre 2013

Paso DJ contro i segni di magnesio

"Un appello, un desiderio, forse un sogno, ormai...
Sono sdraiato su una panchina di metallo fuori dall'aeroporto di Kos (per chi non lo sapesse è l'isola in parte a Kalymnos; quest'ultima è una delle mete più gettonate dai climber delle nostre zone). Aspetto. Aspetto il nostro volo di ritorno (low cost, lowissimo cost). La vacanza che tanto desideravo da più di tre anni è giunta al termine. Non voglio annoiarvi con i fatti miei, chiunque voglia notizie o suggerimenti me li chiederà e se non mi conosce abbastanza... Eh! Problemi suoi!
Se proprio devo trovare un lato negativo in questa avventura, sono quegli orribili segni bianchi che sempre più spesso si vedono sulle pareti. Non parlo delle inevitabili manate di magnesite che si lasciano sulle prese. Parlo dei segni grossolani che si lasciano volutamente sulle prese per ricordarsi un passaggio o per segnalare prese o appoggi all'amico di cordata. Sono due settimane che arrampico a vista su vie semplicemente stupende e vi posso dire che trovo quei segni una grandissima mancanza di rispetto verso gli altri e verso la roccia stessa. Non ho mai creduto che l'arrampicata sia uno "sport" eco sostenibile e non ho mai spinto nessuno a non usare la magnesite. Noi climber la roccia la si sporca e la si deturpa con chiodi, piastrine, corde e cianfrusaglie varie, ma rovinare il fascino di una salita a vista agli altri è pura noncuranza nei confronti del prossimo.
Volete segnarvi le prese? Fatelo solo su quelle necessarie, fatelo con segni il più piccoli possibile e levateli quando ve ne andate.
Nell'attesa di spunti/risposte sensate, Paso"

Matt Wilder - Tick Mark Master from Access Fund on Vimeo.

Sono sostanzialmente d'accordo con Paso. Tanto più che vedo sempre meno gente spazzolare le vie, al massimo quella che sta provando. Sarebbe molto bello che tutti noi, me compreso, prendessimo l'abitudine, oltre che pulire le prese mentre proviamo una via, di pulirla per bene dopo averla salita!

Si aspettano commenti!
AndreONE

 

martedì 10 settembre 2013

My best summer

Miei cari, innanzitutto mi devo scusare con voi per essere stato silenzioso così a lungo... Paradossalmente questa mia estate è stata quella in assoluto più performante nella mia carriera da scalatore, eppure la voglia di scrivere non c'era. Spero così ora di farmi perdonare raccontandovi un po' di cose...
Sembrerò monotono ma ancora mi stupisce questo sport, dopo quasi 15 anni, perché mi riesce a regalare soddisfazioni quando meno me lo aspetto. Inoltre riesco a ritornare in forma in relativamente poco tempo e questi 2 mesi e mezzo di vacanza sono stati una manna incredibile. Vacanza relativa poiché ho lavorato un po', ma solo due giorni a settimana, cosa che mi ha dato la possibilità di scalare veramente tanto e con i tempi di recupero giusti. Un altro fattore importante è stato quello di non aver fatto vere vacanze, tranne una settimana rigeneratrice in montagna che mi ha pulito il sangue e mi ha fatto tornare in forma ancora più velocemente...
Per essere completamente sinceri devo dire che quest'inverno sono riuscito a fare un mesetto di allenamenti nella palestra di Riccardo Caprasecca a Roma, cosa che mi ha permesso di rinforzare un po' le dita per evitare i facili infortuni che si possono subire arrampicando tanto dopo un lungo periodo di scarsa attività.
Quindi a luglio ho cominciato a scalare con continuità ma senza esagerare e a DarkPoint ho messo le mani su "Sezana 31249" (8b)... Nei primi giri l'ho sentita lontanissima ma DarkPoint è un posto strano e da un giorno all'altro ti fa uscire la forma... A fine luglio sono andato una settimana a Corvara con Giulia dove abbiamo scalato un po' nelle falesie classiche e fatto una bella via multipitch, con buone protezioni sul passo Gardena.
Durante la breve vacanza non ho mai provato vie dure ma ho fatto qualche 7a a vista che mi ha aiutato a migliorare la scalata e ad ossigenare un po' il corpo.
Appena ritornato a Trieste ho sentito che la forma stava arrivando e così al mio sesto giro in totale ho salito "Sezana 31249" (8b) chiodata da Dean Pertot nel 2003!
Foto stupenda di Luca Dreos!
Ormai la forma era arrivata ma ho cercato di non esagerare per non andare in sovraffaticamento e così la settimana dopo mi è riuscita anche la mia prima creazione a DarkPoint! La via si chiama "Nina" (8a) ed è una difficile via a causa di un blocco molto duro alla fine.
Dopo queste belle realizzazioni io e Giulia ci siamo presi un weekend lungo e prima a Fusine e poi ad Avostanis abbiamo ulteriormente ossigenato il sangue. Qui abbiamo scalato poco e sempre a vista ma la vacanza è stata rigenerante, nonostante la fatica di portarsi tutto il materiale fino in casera.
Una volta ritornati ho sentito che "Il ritorno di Placcoman" (alias "la Supercanna" 8b+) che stavo provando da un po', avrebbe potuto cedere ai miei assalti. E così, dopo 4 anni dal mio primo e unico 8b+, ho salito una delle più belle vie del Baratro.
Preso dall'euforia e dalla consapevolezza della forma ho deciso di rimettere le mani su di una via che mi aveva risucchiato forze fisiche e mentali per diverso tempo e che avevo abbandonato ad un passo dalla realizzazione. In due nuovi tentativi è così uscita anche "Il Musico Natural" (8b+).
Da quel momento la fatica ha cominciato a farsi sentire, cosa che però non mi ha impedito di fare un 7c+ a vista nel grottone di Ospo e "Masochismo" (8b) in Baratro.
Ma la cosa che mi rende più felice è che ho iniziato a provare anche "Il Sikario Sanginario" (8c) e al mio quinto tentativo sono caduto veramente in alto. Ora non credo di riuscire a salire questa via prima di domenica, giorno in cui me ne ritornerò a Roma, ma l'idea di essere vicino a vie di questa portata mi fa sorridere.
Un enorme ringraziamento a WildClimb, a Mauro Marcolin e Massimiliano Esposito per credere in me nonostante non sia un freeclimber professionista, spero di aver ripagato la loro fiducia quest'estate!

Dopo questa sbrodolata lunghissima mi preme dirvi che anche Giulia si è presa le sue soddisfazioni quest'estate salendo "Jizz in my Pants" (7a+) a DarkPoint e "Pop" (7a+) in Baratro. Purtroppo Giulia riesce a scalare con continuità solo se ci sono io e questo un po' mi dispiace perché ha veramente un ottimo potenziale!

L'altra fresca super notizia riguarda l'ultima gara di Coppa Europa Giovanile in Norvegia che ha visto Eva Scroccaro arrivare seconda ed aggiudicarsi così a parimerito la Coppo Europa! Ancora complimenti ad Eva che ha salito quest'estate anche belle vie dure con il picco di "La Peste" (8b+) ex 8c in Baratro!

Vi abbraccio a tutti e spero di vedervi sempre in falesia!
AndreONE

mercoledì 28 agosto 2013

DarkPoint Birthday Party 2013



Dopo un anno di pausa ecco di nuovo la festa più pazza del nord-est! Meeting non competitivo nella grotta più strapiombante!
Accorrete numerosi! Lasciate la macchina fra le case a Sezana (parcheggiata bene!), fate una passeggiata e arrampicate con noi fino a notte fonda!

lunedì 6 maggio 2013

Eva Vocci realizza!!!

Cari amici,
è un bel po' che non scrivo. Molte cose sono accadute dall'ultimo post... Adam Ondra ha salito un nuovo 9b+ chiamato "La dura dura", ripetuto poi da Chris Sharma che l'aveva chiodato. Schubert e la Stor hanno vinto l'ultima tappa di Coppa del Mondo boulder. Un Melloblocco bagnatissimo ma spettacolare ha visto, per la prima volta, ben pochi triestini. 
Oltre alle cose accadute ai Big ci sono state anche un sacco di cose accadute vicino a Trieste. I giovani si tengono sempre di più tanto che ADM (Alberto dal Maso) sale lo stesso giorno "Albansky Konjak" (8a) e "Pikova Dama" (8b) a Misja, mentre il Bacerino (Luca Bacer) sale "Giljotina" (8a) a Misja e "Apache Kid" (8a+) in Baratro.
Anche io mi sono divertito in questo lungo ponte triestino con una bellissima gita in Paklenica dove, con Giulia Laz ho fatto due bellissime vie lunghe e salito un non altrettanto bel monotiro di 7c+ in stile flash ("Funcky Shit").
Con Sbisi poi ho salito "Oktoberfest" (8a) a Misja. Mi piace molto ritornare a casa e ritrovare quel minimo di forma per regalarmi, ogni tanto, qualche salita di grado 8. Intanto aspettiamo Sbisi che sta lavorando ai fianchi "kaj ti je deklica" (8b+) che lo rigetta a causa delle cattive condizioni. Bisogna anche dire che Sbisi è riuscito a cadere dove nessuno cade... Ma sappiamo, oramai, che è fatto così...

Veniamo ora alla news che più mi sta a cuore, perché, come compagno di cordata, è una realizzazione che è un po' anche mia... Lascio la parola a Giulia che ha voluto scrivere della bella performance di Eva Vocci (Ciano non le hai ancora trovato un soprannome?) che scala sempre meglio!
  
"Ciao Andrea!

Dopo tanto tempo torno a scrivere sul tuo blog per raccontare ai tuoi lettori di una bella realizzazione. Si tratta di una performance di “basso livello”, ma assolutamente meritevole di essere raccontata perché mi ha fatto sudare le mani tanto quanto mi sudano quando vedo “Voi fighi” portarvi a casa vie durissime! La climber in questione è Eva Vocci, la ragazza di mio fratello (conosciuto nel mondo dell'arrampicata col soprannome di “Pucco”!). Eva ha iniziato a scalare nemmeno un anno fa e poche volte aveva scalato da prima. Sabato, invece, in Mani di Fatima ha scalato tutte le vie da prima e si è regalata la chiusura del suo primo 5c, “Equinozio”, e ha anche fatto due buoni giri, sempre da prima, su “Il Tagliaerbe”, (6b), una bellissima via di placca mooooolto tecnica, cadendo sul passaggio duro ma arrivando liscia fino a quel punto! Brava Eva, adesso ti vogliamo veder scalare sempre da prima che le pare si superano solo affrontandole (senti chi parla.......)!! E in bocca al lupo con questo tuo nuovo progetto!!
Laz"

Per dovere di cronaca aggiungo che Giulia Laz ha salito "il Tagliaerbe" (6b) lo stesso giorno in cui Eva ha salito "Equinozio".

Ed ecco cosa ci scrive il Bacerino sulle performance sue e di ADM...

"Due domeniche fa A.D.M. ed io abbiamo deciso di recarci a Misja per fare uno degli ultimi tentativi sui nostri project, rispettivamente "Pikova Dama" (8b) e "Giljotina" (8a).
Parcheggiata l'auto in uno dei pochi park rimasti ci siamo incamminati verso le pareti sotto un  sole molto caldo. 
Inizio io, faccio due riscaldi e poi mi fiondo sul tiro con l'intenzione di pulirmi le prese e rivedermi i movimenti. Salgo infatti con uno spazzolino e uno spazzolone grande e ingombrante. Arrivo al boulder un po' stanco, e provo ad andare oltre. Dopo aver fatto il passaggio duro, ed aver preso la spalla, proseguo fino ad arrivare in catena, concludendo così il mio progetto. 
Subito dopo parte A.D.M., che su Pikova passa tranquillamente la placca iniziale e si dirige verso l'ultimo riposo. Dallo spiazzo sotto il paretone si inizia a sentire il tifo da parte di quasi tutti i presenti. Lui parte più riposato e concentrato del solito. Arriva agli ultimi movimenti e il tifo in basso si fa sempre più forte. Riesce così a raggiungere la catena sprigionando un urlo liberatorio. Calato, tutti, me compreso si congratulano con lui che pensava già a quale via provare dopo.
Passata mezz'ora mi dice: "vado su Albanski" (per chi non lo sapesse il prolungamento del 6c+ è 8a). Parte quasi più determinato di prima e cade su un movimento secondo lui non difficile imprecando poi dalla caduta fino all'arrivo in catena. Dopo un altro po' riparte, supera il passaggio di prima, ma sbaglia l'ordine delle mani nella sezione finale, ritrovandosi all'ultima presa con la mano sbagliata e senza riuscire a moschettonare la catena. Fatte alcune acrobazie per cambiare mano alla fine moschettona. 
Torniamo a casa verso sera dopo una bibita al bar, tutti e due più che soddisfatti (e lui col "two in a day"!).
Passiamo a domenica scorsa.
Contatto qualcuno per scalare, ma nessuno è disponibile. Così prendo una decisione e vado con mio papà in baratro. Fatto il riscaldo parto su Apache (8a+), il mio progetto in baratro. Il primo giro va a buca. Al secondo invece riesco ad arrivare agli ultimi movimenti liscio, faccio il "lancio" e prendo la ronchia con tre dita. Moschettono il rinvio e proseguo per arrivare in catena; ma questi ultimi "facili" passaggi invece si rivelano più difficili degli altri. Così "soffro" più del previsto per arrivare in catena, ma alla fine riesco a moschettonarla con mia grande felicità."

Saluti a tutti...

AndreOne

martedì 9 aprile 2013

Aiutate Andrea ad andare all' Outdoor Film School!

Cari amici,
vi chiedo un piccolo favore. Tutti voi siete amanti dell'arrampicata e degli sport all'aria aperta e sapete anche quanto a me piaccia filmarli e il cinema in generale.
Vi chiedo quindi di aiutarmi ad avere la possibilità di partecipare all'Outdoor Film School. In questo modo avrò la possibilità di girare un vero e proprio film sull'arrampicata estrema assieme a tanti esperti del settore.
Per aiutarmi è semplice, basta votarmi a questo link.

AIUTA ANDREA A GIRARE UN FILM DI ARRAMPICATA

Grazie ancora e buone arrampicate a tutti!!!
AndreONE

mercoledì 13 febbraio 2013

GZ Mountain

Con molto piacere pubblicizzo un evento organizzato da Gravità Zero. Mi sembra una buona idea, anche perché le guide in questione sono molto brave oltre che cari amici!

"Per tutti gli amici appassionati dell'arrampicata, della montagna e della vita all'aria aperta,
Gravità Zero è lieta di invitarvi

Venerdì 15 Febbraio 2013 alle ore 20:00
presso la sede-palestra di via alle cave 55

alla serata di presentazione del progetto "GZ Mountain", il programma di attività outdoor in ambiente alpino che verrà sviluppato nei prossimi mesi in collaborazione con le Guide Alpine Aldo Michelini e Paolo Manca.
Ad integrazione della descrizione delle attività proposte, si terrà una proiezione di fotografie a tema.

Sono invitati anche tutti coloro che non sono iscritti alla Società sportiva."

Purtroppo io non riuscirò ad esserci perché arrivo appena sabato, però sarei andato molto volentieri, se non altro per vedermi delle belle foto!
Un saluto a tutti e ci si vede presto a Trieste!
AndreONE

sabato 26 gennaio 2013

27 movimenti

Pubblico molto volentieri, dopo tanto tempo che non scrivo, un piccolo racconto su DarkPoint di un lettore affezionato. Piace che ci siano ancora persone che amano questo bellissimo gioco che è l'arrampicata e lo praticano con passione e devozione.
Buona lettura!
"Ho finalmente la tacca in mano. Arcuo. Devo solo cambiar piede, un laterale accademico e tenere uno svaso. Piedi precari. Gomito che tira. Dicono si chiami epitrocleite.
Ho saltato pure lo spit. Ragione in più per andare feroce.
Ovviamente lo svaso mi scivola via. Cadendo giù ho tutto il tempo per gustare il sollievo di una sicura dinamica ben fatta, a smorzare il colpo e la paura. Spettacolo bizzarro e singolare agli occhi di chi non ha mai provato ad aver totale fiducia nell’altro. A mettersi in gioco e fallire.
Bravo tigre! La prossima volta andrà bene…” mi rincuora gentile ADM.
La prossima volta però sarà fra un paio di settimane (meteo permettendo), penso. Sono anch’io uno “schiavo salariato”.
Ma infondo poi non è l’attesa a rendere preziose le cose?
L’arrampicata, entrata un paio d’anni fa in punta di piedi e senza troppo credito nella mia vita, da circa un anno ormai è una costante a volte invadente. Inizialmente è stata un’occasione, un diversivo per ricostruire quel legame con la natura reciso, immolato alle banali seduzioni di sterili abitudini urbane.
Col tempo è diventata solitudine. L’unica opportunità, insieme alla musica, per poter essere pienamente se stessi, aggrappato al momento; incastrato com’ero in una vita che volevo solo in parte e che per l’altra mi limitavo ad aspettare.
In bilico su un desiderio inespresso. Perfettamente sovrapponibile al divario vuoto fra vivere ed esistere.
E alla fine si è trasformata nella rappresentazione granitica dell’esistenza stessa. Con i sacrifici, le delusioni, l’impegno, e solo raramente il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Quell’attimo di piena pace, il tempo di godere di quella silenziosa tregua che ti concedi fra un progetto chiuso e un nuovo cantiere da aprire. Il tempo che passa fra passare la corda in catena e la fine della calata. Sensazioni che possono durare anche mesi nella tua mente, riscaldarti il cuore, farti sudare le mani. Non importa il grado. O forse sì…
Pomeriggi di sole in cui tutto è armonia. Scendi giù, tocchi terra e percepisci nitidamente quanto c’è di solenne nell’essere nella natura con l’animo limpido, le braccia stanche e lo spirito pieno. Gioire del sorriso di chi ti teneva. Respirare lento. Adagiarsi in un sollievo. Il cuore rallenta.
Ma dura solo il tempo di girarti nuovamente, scrutare curioso la parete…come fosse una prima volta. Notare una linea, anche solo un colore.
Ti sleghi…ma non ti sleghi mai.
Sono certo che arrampicare mi abbia reso una persona migliore.
Ma può renderti perverso. E basta davvero poco. Occorre lottare anche in questo campo con le pulsioni più basse dell’animo umano.
Non ci sono più sovrastrutture o significati ma solo acido lattico ed emozioni da gestire. Spesso le più brutte. I richiami della vanità, della banalità e dell’invidia sempre in agguato.
Il modo migliore per non esserne sopraffatti allora è allenarsi. Sudare. Tentare.
La fatica ricongiunge lo spirito al corpo.
Per fortuna non si può mentire alla pietra.
Credo sia per questo che non si parla mai di successi, vittorie e sconfitte. Ogni volta che senti di aver imparato qualcosa o aver fatto un minimo progresso - anche solo in termini di barbara quotidianità spinta qualche centimetro più in giù - ne esci migliore.
L’avversario esiste ed è il peggiore che potesse capitarti: te stesso, in balia degli istinti più primitivi; i tuoi limiti da piegare, ancora un altro po’, un po’ più in là, con la paura che questa volta non ti lasceranno passare; che questa volta stai puntando troppo in alto; che la catena è troppo in alto.
I tuoi demoni ti aspettano al varco, pronti a ritrovar rinnovato vigore ad ogni presa sfuggita. Ad ogni dito che non vuol saperne di arcuarsi.
C’è anche chi, come in una profanazione, fa a pezzi la pietra pur di passare.
Ma poi il silenzio, la condivisione, la grazia armoniosa e perfetta di un tramonto di fine giornata in falesia; non voler essere da nessuna altra parte, accarezzare le dita gonfie e stanche, secche di magnesio ed odorose di pietra; percorrere al buio il sentiero di ritorno; sublimare il tutto in un sorriso.
Persino la rabbia, quella vera, quella con te stesso, diventa un momento autentico. Ti è concesso persino imprecare. Il bosco come uno scrigno è lì a proteggerti e ti assolve, omaggiato di te che attraverso la fatica cerchi di migliorare …La più nobile fra le aspirazioni umane.
Condividere un infuso allo zenzero bollente quando fa freddo. O un sorso d’acqua in un appiccicoso agosto di zanzare. L’amaca e la chitarra; che da sole basterebbero in questo pomeriggio di alberi e di pietra. Dividere una mela.
Mi piace condividere l’arrampicata con chi ama arrampicare.
Mi piace condividere la vita con chi ama vivere."

martedì 1 gennaio 2013

Buon 2013

 In questo periodo storico in cui penso poco all'arrampicata ma scalo sempre divertendomi con vecchi amici e nuovi, con quelli che non vedo da tempo e con quelli che vedo comunque troppo poco, con la mia bellissima ragazza e con quelli che mi vogliono bene, non posso che augurare a tutti un ottimo 2013 che diventarà ancora più bello se sarà un "duemila e credici" (cit.).
Scalate e realizzate che la vita è bella, facile o difficile che sia.
Un saluto a tutti!
AndreONE