martedì 25 agosto 2015

Rocco e la prima proposta di 9a in FVG

L’aspettavamo con ansia ed infine è arrivato. Pochi arrampicatori, poco più di una decina in Italia, possono dire di aver salito un 9a; ancora meno quelli che hanno salito dei 9a con così tante salite da avere un grado confermato.
Qualche anno fa Klemen Becan aveva liberato in Croazia una via di Andrea Polo proponendo il grado di 9a: “The Core”. Lo stesso Polo, dopo averla ripetuta, non se l’era sentita di confermare il grado e quindi la prima salita di un 9a da parte di un arrampicatore del Friuli Venezia Giulia fu rimandata. Questo grado, simbolo dell’alta difficoltà, è un sogno per molti arrampicatori. Per alcuni una chimera a cui tendere per la vita, per altri un sogno realizzabile nel breve o lungo periodo. Fra questi ultimi c’era sicuramente Rocco Romano che ha finalmente realizzato il proprio sogno salendo in Grotta Caterina la via “Fidel Incastro” e confermando il grado proposto da Klemen Becan che l’ha liberata.
Quindi Rocco Romano diventa uno dei pochi italiani ad aver salito un 9a.
La via si chiama Fidel Incastro, ce la descrivi?
“Mi sono innamorato di questa via fin dalla prima volta che l’ho provata nel 2011. Era stata chiodata da Mauro “Bubu” Bole, probabilmente per allenarsi nel dry tooling, ma poi era rimasta intonsa. L’avevo pulita dalle ragnatele e mi ci era voluto un sacco di tempo per venire a capo dei movimenti. Ci tenevo molto a liberarla ma poi nel 2012 è passato Klemen Becan e l’ha liberata lui. La via mi è molto congeniale, con compressioni e movimenti molto complessi, incastri di ginocchio, tallonaggi e agganci di punta. La particolarità di questa via è che mi ha dato la possibilità di spingere il mio limite al massimo, non grido di solito sulle vie eppure su questa linea ho gridato e sbuffato parecchio, riuscendo veramente a portare il mio fisico al limite.”
Sei diventato il primo triestino e friulano a salire un 9a, la cosa ti fa effetto?
“In realtà non l’ho mai vista in questo modo, certo fa piacere essere il primo, ma non ci ho mai pensato. L’obiettivo era salire un 9a e sono molto felice di averlo raggiunto. Sono stato anche il primo triestino a salire un 8c e anche un 8c+ ma non era il fatto di essere il primo la cosa importante. Ho avuto la fortuna di praticare questo sport durante il suo sviluppo e già quando ho salito il mio primo 8a non erano in molti ad averlo fatto a Trieste. Quando ho salito l’8b erano ancora meno e così sono stato il primo a fare l’8c ma non è stata una cosa premeditata. Mi ha sempre attirato l’alta difficoltà e mi sono allenato molto per sorpassare i miei limiti.”
La questione dei gradi di difficoltà è sempre un argomento delicato e, volente o non volente, sei il primo triestino ad aver salito un 9a, cosa ci puoi dire sulla gradazione?
“Innanzitutto non sono stato io a proporre questo grado ma un arrampicatore di livello internazionale. Già quando l’avevo provata nel 2011 ero sicuro che non poteva essere meno di 8c+/9a ma non ho l’esperienza per prendere una posizione forte. La via mi è sicuramente congeniale eppure ci ho messo 3 anni di tentativi per salirla, inoltre risente molto del clima e quest’anno finalmente ho potuto scalarla con buone condizioni. Gli unici paragoni che posso fare con altre vie di questo grado sono con le altre due che ho provato: “Martin Krpan” e “Sanjsky Par”, entrambe a Misja. In particolare “Martin Krpan” l’ho provata molto e sono stato veramente vicino a salirla ma essendo una connessione che interseca molte altre vie, mi sono stufato di aspettare il mio turno per provarla e quindi mi sono concentrato su “Fidel Incastro” che, pur essendomi congeniale mi ha impegnato in egual modo.”
Cosa credi ti abbia aiutato per riuscire a salire una via di questo spessore?
“Devo dire che per un lungo periodo non mi sono allenato e ho vissuto di rendita, poi dopo due anni la benzina è venuta meno. Quando mi è successo di non riuscire a scalare bene nemmeno su gradi che per me sono facili, ho deciso che bisognava fare qualcosa. Ho riiniziato a scalare con costanza e a condurre una vita più sana. Poi dopo una vacanza in Spagna, ho deciso di mangiare bene e non bere alcool per un periodo, facendo così sono dimagrito di quattro chili. In più mi ha aiutato molto scalare nel grottone di Ospo dove, a parte la resistenza necessaria a salire vie molto lunghe, ho acquisito un’ottima body tension e affinato la tecnica in forte strapiombo.”
Ora che hai salito un 9a, il sogno di molti arrampicatori, cosa farai? Hai altri progetti?
“Certamente! Proprio il fatto che la via in questione conti solo due salite, ha fatto venire il dubbio a qualcuno sul fatto che possa non essere 9a. Poco male, non vedo l’ora di farne altri! Questa via mi ha dimostrato chiaramente che il grado è nelle mie corde e mi ha dato lo stimolo per continuare ad allenarmi ed, in caso, alzare ancora l’asticella!”